Mollo tutto vado a vivere in Montagna!

Oggi vi raccontiamo la storia di due nostri carissimi clienti che abbiamo avuto il piacere di conoscere e seguire in questi anni. Dodici anni fa è iniziata una piccola avventura. V. e A. due milanesi sui quaranta con la passione per la montagna, si sono inoltrati fino nelle nostre valli, ricercando una combinazione di natura e isolamento. Ci siamo conosciuti grazie a un nostro annuncio, per una piccola baita immersa nel bosco tanto da esserne nascosta, in una borgata disabitata da anni e quasi irraggiungibile. Racconto volentieri questa storia di passione e determinazione che li ha portati alla conquista di un territorio a loro sconosciuto, spinti da una precisa visione tra eco-sostenibilità e auto-sufficienza. Le foto raccontano una dimensione armonica e integrata, che per loro ha significato soprattutto un incredibile percorso, una vera esperienza. Per noi è una riconferma del nostro impegno su queste tipologie di abitazioni molto difficili da trattare. È stato importante averli guidati e stimolati a credere che il loro sogno potesse essere realizzato! Il nostro racconto continua...

Superbonus e mini condono per le vetrate panoramiche: cosa sapere

Parliamo ancora una volta di Superbonus e, in particolare, di vetrate panoramiche. Quest’ultime, infatti, potrebbero rientrare nella categoria dell ”edilizia libera“. Cosa significa? Potrebbero essere realizzate senza titoli abilitativi e specializzazione. Un mini condono per le vetrate panoramiche? Si potrebbe definire così: un mini condono, che andrebbe ad aggiungersi ai lavori che rientrano nel Superbonus. La norma è da approvare e riguarderebbe le vetrate panoramiche amovibili totalmente trasparenti (VEPA). La funzione delle VEPA L’articolo 33-quater che modifica il Testo Unico Edilizia (Dpr 380/2001) afferma che le VEPA hanno l’importante funzione di protezione dagli agenti atmosferici, ma non solo: vanno a favorire una minore dispersione termica e ottimizzano le prestazioni acustiche. Sarebbero, quindi, “amiche” del risparmio energetico. Sì alle vetrate panoramiche, ma con un vincolo Sì, con tutta probabilità, ma a patto che… “tali elementi non configurino spazi stabilmente chiusi con conseguente reazione di volumi e di superfici, come definiti dal Regolamento Edilizio Tipo, che possano generare nuova volumetria o comportare il mutamento della destinazione d’uso dell’immobile”. Le VEPA “devono favorire una naturale micro-areazione che consente la circolazione di un costante flusso di arieggiamento a garanzia della salubrità dei vani interni domestici ed avere caratteristiche tecnico-costruttive e profilo estetico tali da ridurre al minimo l’impatto visivo e l’ingombro apparente e da non modificare le preesistenti linee architettoniche“. Vetrate panoramiche: le caratteristiche per rientrare nel Superbonus Per rientrare nel Superbonus, le VEPA devono avere queste caratteristiche: avere funzione temporanea di protezione contro gli agenti atmosferici; ottimizzare le prestazioni energetiche e acustiche; limitare le dispersioni termiche; impermeabilizzare parzialmente dalle acque che potrebbero infiltrarsi in casa; configurare spazi stabilmente chiusi, con conseguente reazione di volumi e di superfici; non creare una nuova volumetria; non cambiare la destinazione d’uso dell’immobile.

Piano nazionale di contenimento dei consumi di gas naturale, ecco le misure del Mite

Gli interventi in vista del prossimo autunno/inverno: dalle ore di accensione dei riscaldamenti all'utilizzo degli elettrodomestici È arrivato il tanto atteso Piano nazionale di contenimento dei consumi di gas naturale del Mite. Sono state così predisposte le misure per affrontare il grande problema legato al caro energia. Ecco cosa cambia. Con l'obiettivo di fronteggiare la minore disponibilità di gas e l'aumento del prezzo dell'energia causato dal conflitto tra Russia e Ucraina, il governo ha predisposto interventi per consentire il contenimento dei consumi di gas, la diversificazione delle importazioni, della produzione interna e degli investimenti in energie rinnovabili. Il Piano nazionale di contenimento dei consumi di gas naturale del Mite recita: "Per ridurre i rischi connessi a una potenziale interruzione totale dei flussi dalla Russia durante il prossimo inverno nonché rispondere alle richieste europee in termini di riduzione dei consumi per il periodo 2022-2023, è opportuno attuare sin da subito misure di contenimento dei consumi nazionali di gas. Queste misure integrano il piano di diversificazione già messo in atto dal Governo e servono transitoriamente a mantenere adeguati standard di sicurezza e preservare le riserve disponibili, in attesa che siano pienamente operativi i nuovi canali di importazione di gas (compreso il GNL)". Ma in cosa consistono le misure? Si parla di introduzione di limiti di temperatura nei diversi ambienti, di ore giornaliere di accensione e di durata del periodo di riscaldamento, in base alle singole fasce climatiche. Secondo quanto stabilito, sarà attuata da settembre 2022 la riduzione dei consumi derivante dalla regolamentazione del funzionamento degli impianti di riscaldamento. Nel dettaglio, la temperatura verrà ridotta di 1°C, con 17°C +/- 2°C di tolleranza per gli edifici adibiti ad attività industriali, artigianali e assimilabili; 19°C +/- 2°C di tolleranza per tutti gli altri edifici. I limiti di esercizio degli impianti termici sono poi ridotti di 15 giorni per quanto attiene il periodo di accensione (posticipando di 8 giorni la data di inizio e anticipando di 7 giorni la data di fine esercizio) e di 1 ora per quanto attiene la durata giornaliera di accensione: a) Zona A: ore 5 giornaliere dal 8 dicembre al 7 marzo; b) Zona B: ore 7 giornaliere dal 8 dicembre al 23 marzo; c) Zona C: ore 9 giornaliere dal 22 novembre al 23 marzo; d) Zona D: ore 11 giornaliere dal 8 novembre al 7 aprile; e) Zona E: ore 13 giornaliere dal 22 ottobre al 7 aprile; f) Zona F: nessuna limitazione. Sono fatte salve le utenze sensibili, come ad esempio ospedali e case di ricovero. È prevista poi una campagna di sensibilizzazione, con il supporto della Presidenza del Consiglio dei Ministri e di Enea, per suggerire una serie di comportamenti virtuosi "che potranno contribuire, anch'essi, a limitare il consumo di energia con riduzione dei costi di bolletta degli utenti e impatti positivi anche sull'ambiente". Obiettivo della campagna è nello specifico "promuovere comportamenti consapevoli e intelligenti nel consumo di gas e di energia elettrica, che incidano non solo sul contenimento della domanda di gas e sugli stessi costi in bolletta degli utenti, ma anche sulle politiche di decarbonizzazione". Tra i comportamenti da promuovere: riduzione della temperatura e della durata delle docce; utilizzo anche per il riscaldamento invernale delle pompe di calore elettriche usate per il condizionamento estivo; abbassamento del fuoco dopo l'ebollizione;  riduzione del tempo di accensione del forno;  utilizzo di lavastoviglie e lavatrice a pieno carico;  distacco della spina di alimentazione della lavatrice quando non in funzione; spegnimento o inserimento della funzione a basso consumo del frigorifero quando in vacanza:  non lasciare in stand-by Tv, decoder, Dvd;  riduzione delle ore di accensione delle lampadine. Secondo quanto indicato, infine, è possibile ottenere ulteriori risparmi "con misure comportamentali che richiedono investimenti anche piccoli da parte degli utenti, ad esempio con: investimenti per la sostituzione di elettrodomestici a più elevato consumo con quelli più efficienti, sostituzione di climatizzatori con quelli più efficienti, installazione di nuove pompe di calore elettriche in sostituzione delle vecchie caldaie a gas, installazione di pannelli solari termici per produrre acqua calda, sostituzione lampadine tradizionali con quelle a led. Enea ha calcolato un risparmio di circa 1 miliardo di Smc. Tali misure ricadono già in buona parte in regime assistito (detrazioni fiscali, conto termico…), ma richiedono un certo periodo di tempo per la determinazione degli effetti ai fini della riduzione della domanda".   Articolo visto su Il Ministero della Transizione Ecologica rende noto il piano nazionale di contenimento (Mite) Idealista news, 7/9/2022

Mercato immobiliare italiano, i trend del 2022 tra aumento dei prezzi e superbonus

In un contesto generale dove pesano le incertezze dovute all’inflazione, che potrebbe destabilizzare la ripresa economica, il settore immobiliare sta confermando la sua centralità per l’economia, rivelandosi catalizzatore degli investimenti. Lo sottolinea la nuova edizione di Real Estate DATA HUB realizzato dai Centri Studi di RE/MAX Italia e di Avalon Real Estate e dall’Ufficio Studi di 24MAX. Secondo lo studio, dopo la complessiva ripresa registrata nel corso del 2021, i primi mesi del 2022 mostrano segnali di continuità dell’andamento positivo. Il mercato immobiliare italiano nel primo semestre 2022 “Le tensioni geopolitiche, l’inflazione, l’aumento dei tassi, la recente e inattesa crisi di Governo e il clima di fiducia generale di imprese e privati rendono particolarmente difficile fare previsioni per i prossimi mesi”, afferma Dario Castiglia, CEO & Founder di RE/MAX Italia, pur mantenendo lo spirito ottimista che da sempre lo contraddistingue. “Anche se il real estate dovesse registrare una contrazione, confermiamo i nostri obiettivi per il 2022, fiduciosi che - soprattutto in un contesto come quello attuale - la consulenza a valore aggiunto offerta dal nostro network possa fare la differenza”.   Il primo trimestre 2022 ha registrato un numero di transazioni superiore ai livelli pre-pandemici e a quelli rilevati nel Q1 2021. Per i settori commerciale, direzionale e residenziale nel Q1 2022 si evidenzia un trend crescente con 195.270 unità, contro le 173.804 del 2021 (+12%) e le 148.652 del 2019 (+31%). “Si conferma quindi il trend crescente che aveva caratterizzato il periodo pre-pandemia e il 2021” commenta Paolo Ranieri, Partner di Avalon. “Inoltre, considerando che nel 2021 un numero maggiore di transazioni è avvenuto nella seconda parte dell’anno, l’NTN a fine 2022 potrebbe essere superiore a quello del 2021. In questa dinamica però va tenuto conto dell’evoluzione macro-economica, che potrebbe determinare un rallentamento nel corso dei prossimi mesi.” Immobiliare commerciale in Italia   Al netto di questo effetto, sembra procedere la ripresa del direzionale, che aveva subito la contrazione più importante durante la pandemia, risultando più lento nella ripartenza del 2021. I volumi investiti nel Q1 2022 sono, infatti, ben superiori al livello pre-pandemia, con un numero di transazioni maggiore rispetto agli altri comparti di circa 10 punti percentuali (+41% contro +31% di commerciale e residenziale). Meno marcata in termini di NTN la ripresa del settore retail, penalizzata dal boom del commercio online. I volumi sono ancora lievemente al di sotto dei livelli pre-covid, ma si prevede un ritorno ai livelli del 2019 entro l’anno. La logistica mantiene il ruolo centrale assunto nel corso del 2021, confermandosi asset class del real estate con investimenti da record che costituiscono circa il 20% del totale, il doppio rispetto a quanto rilevato nel Q1 2021. Immobili residenziali in Italia   Il comparto residenziale, che a inizio anno, grazie alla fiducia dei consumatori e all’atteggiamento accomodante del sistema creditizio, sembrava proseguire con il trend espansivo che ha caratterizzato il 2021, sta registrando una riduzione del numero di compravendite, che probabilmente resterà al di sotto delle 700 mila unità a causa delle incertezze macro-economiche e del rialzo dei prezzi e dei tassi. Gli immobili venduti in Italia nel 2022 sono prevalentemente trilocali (40%), seguono bilocali e quadrilocali; risultano invece penalizzate le case con metrature più ampie. Le transazioni sono maggiormente concentrate in Lombardia, seguita dal Lazio. Tra le regioni del centro si distingue la Toscana; al sud Puglia e Sicilia. Andamento del mercato dei mutui   Il recente aumento da parte delle Banche Centrali renderà i nuovi mutui più costosi. Nonostante i tassi rimangano ancora molto vantaggiosi rispetto ai valori precedenti alle politiche di tassi 0 fatte dalle banche centrali negli ultimi anni (nel 2007, anno del record storico di vendite in Italia, il variabile era intorno al 5% ed il fisso sopra l’8%), l’Ufficio Studi di 24MAX prevede alcune inversioni di tendenza nel breve periodo. Rispetto al 2021, si osserva maggior prudenza da parte degli acquirenti soprattutto nei grandi centri urbani, dove, a causa della scarsa offerta, l’aumento del prezzo degli immobili è stato maggiore. Inoltre, si prevedono importi medi inferiori per l’erogato e un ulteriore declino del tasso fisso. Nel primo semestre del 2022 la preferenza del tasso fisso rispetto al variabile, è scesa dal picco di febbraio, pari al 94,12%, al minimo di giugno (53,73%). È all’interno di quest’ottica prudenziale che si osserva un sempre maggiore interesse verso i mutui a tasso variabile con CAP: più convenienti dei mutui a tasso fisso e più sicuri dei mutui a tasso variabile. A causa del maggior costo dei mutui, gli acquirenti sono molto più sensibili alle possibili agevolazioni sul credito, come ad esempio quelle legate alla classe energetica dell’immobile (mutui green).   Dall’analisi sociodemografica dell’Ufficio Studi di 24MAX, condotta sui mutui erogati, si osserva un aumento degli acquirenti nelle fasce d’età 24-35 e 35-45. Per la maggior parte si tratta di dipendenti a tempo indeterminato che rappresentano circa il 75% del totale; seguono le P.IVA, poco sotto il 10%. Rispetto al 2021 si rileva una percentuale maggiore di coniugati. “Le aspettative per il secondo semestre del 2022 rimangono ottimiste, nonostante lo scenario complessivo. È probabile che gli effetti del rialzo dei tassi di interesse siano più evidenti nel 2023”, commenta Riccardo Bernardi, Chief Development Officer di 24MAX. “Alla luce dei numerosi strumenti di credito presenti sul mercato e della loro complessità, la migliore strategia per i consulenti immobiliari è quella di sviluppare una stretta collaborazione con gli esperti del credito. Non solo per facilitare l’accesso al mutuo, ma anche per ottimizzare la sostenibilità delle scelte sul lungo periodo”. Superbonus e mercato immobiliare L’applicazione della misura del Superbonus procede speditamente anche per la prima parte del 2022. Secondo l’ultimo aggiornamento, al primo semestre 2022 il valore complessivo dell’ammontare ammesso a detrazione ha superato i 35 miliardi, per corrispettivi 38,7 miliardi di detrazioni spettanti. L’incremento mensile medio nel 2022 dell’ammontare ammesso e del numero di edifici è stato di circa il 16% per cento, valore che segnala una decelerazione rispetto ai ritmi del 2021, in cui i nuovi edifici e l’ammontare ammesso incrementavano in media mensilmente del 29%; ciò è in parte dovuto all’accumulo di lavori rinviati nel 2020 che sono partiti poi nel 2021. Come procedono i lavori iniziati? La percentuale di detrazioni maturate per lavori già terminati rispetto alle detrazioni spettanti totali è costante nel corso del 2021-2022: esse costituiscono sempre una quota pari al 68-70%. Ciò suggerisce che, nonostante le problematiche relative all’approvvigionamento di materiali che hanno rallentato la prosecuzione, i lavori continuano ad andare avanti e a concludersi, compensando le nuove detrazioni ammesse. Una delle più recenti novità è il mancato rinnovo della misura nel nuovo Decreto aiuti, in quanto essa non verrà prorogata ulteriormente al 2023 e resteranno valide le scadenze previste dall’ultima Legge di Bilancio; unica proroga è quella prevista per lo stato avanzamento lavori di almeno il 30%, che è posticipato dal 30 giugno al 30 settembre 2022. Il motivo potrebbe risiedere nelle risorse a disposizione, che sarebbero terminate: le cifre stimate dall’Ufficio Parlamentare di Bilancio (circa 33 mld) sono state superate già dalla precedente rilevazione ENEA del 31 maggio, prima del termine della misura. Restano a grandi linee invariate sia la distribuzione per tipologia di edificio, circa 15% condomini, 53% edifici unifamiliari e 32% unità indipendenti) sia la distribuzione geografica del numero di interventi: la misura continua ad essere utilizzata per quasi il 50 per cento da regioni del Nord Italia (il 36 per cento costituito solo da Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna), per il 31 per cento dal Sud e dalle isole e per la restante parte dal Centro Italia. "Idealista news, 19 agosto 2022"

FERRAGOSTO IN VAL PELLICE

Perché fare una vacanza in Val Pellice in Piemonte? Perché la notevole bellezza del paesaggio della Val Pellice, che caratterizza le borgate, le montagne, costituisce un forte elemento di attrazione per il turismo attento all’ambiente e alla natura. Escursioni nell’alta valle vi permetteranno di raggiungere la Valle Po e il Monviso attraverso la rete dei sentieri GTA (Grande Traversata delle Alpi). Perché in Val Pellice vi attende la storia secolare del popolo valdese , di cui si conserva la memoria nei numerosi templi, luoghi storici, realtà culturali e opere sociali. È possibile riviverne i momenti storici importanti ripercorrendo molti luoghi simbolo delle persecuzioni subite e della resistenza messa in atto: il vallone degli Invincibili, a Villar Pellice, ultimo rifugio di un gruppo di valdesi di fronte agli attacchi delle truppe sabaude, o il percorso dei “banditi”  fino a raggiungere la “Gianavella”, Tribulet e la Bera, con le antiche case nascoste tra torrenti e ripidi pendii. Vi attendono altre proposte come il percorso culturale della Val d’Angrogna. Oltre la storia valdese, numerosi altri percorsi segnalati caratterizzano altre possibili letture del territorio: è il caso del sentiero partigiano dell’Ecomuseo della Resistenza e, per gli amanti degli animali, il sentiero naturalistico La Ghiandaia, alla scoperta dell’avifauna tra Torre Pellice e Luserna San Giovanni, o del percorso irriguo Bealera Peyrotta, sulla collina tra Angrogna e Luserna San Giovanni. La Valle Pellice è stata anche importante centro manifatturiero tessile come testimonia l’odierno museo Feltrificio Crumiere a Villar Pellice. Perché in Val Pellice potete godere di un’ospitalità unica nella cornice suggestiva di boschi centenari di castagni, gustando gli ottimi piatti della tradizione locale nelle osterie e nei ristoranti della valle.

Come lasciare la casa quando si va in vacanza

Sogniamo per settimane l'inizio delle vacanze. Ma anche se siamo concentrati sui giorni di svago e di riposo, non dobbiamo dimenticare di preparare la casa per il ritorno. Dedicare un piccolo sforzo a questo compito può risparmiarci qualche delusione. Vediamo dunque insieme agli esperti di Habitissimo come lasciare la casa quando si va in vacanza. 1. Pulire tutta la casa Lasciare la casa in ordine e pulita prima di andare in vacanza farà risparmiare molto lavoro in seguito. Non bisogna dimenticare che una volta rientrati si dovrà sistemare tutto ciò che si è portato con sé, è meglio quindi non lasciare attività in sospeso che rischiano di accumularsi. L'ordine è essenziale. Prima di andare via di casa è poi importante pulire bene soprattutto il bagno e la cucina. In quest'ultimo ambiente bisogna prestare particolare attenzione al cibo. L'ideale è lasciare il frigorifero vuoto e chiudere qualsiasi contenitore con alimenti che non necessitano di refrigerazione. Se ci sono prodotti deperibili che non scadono, possono essere conservati in frigorifero. Infine, è importante non dimenticare pentole e padelle sporche in lavastoviglie, o i panni non lavati nel cesto della biancheria o i rifiuti nella pattumiera. 2. Chiudere i rubinetti e scollegare gli elettrodomestici Chiudere il rubinetto dell'acqua eviterà il possibile rischio che si allaghi casa. In caso di guasti o problemi, non solo si eviterà di sprecare litri d'acqua, ma si eviteranno anche gravi danni. Quando si torna, bisogna solo prendere una piccola precauzione: aprire il rubinetto poco alla volta per evitare la sovrappressione. Nel caso della corrente è consigliabile staccare la spina di apparecchiature e dispositivi che non necessitano di essere allacciati alla corrente: computer, televisori, piccoli elettrodomestici, ecc. Lasciarli in stand-by comporta un consumo energetico non necessario. Inoltre, in caso di sovraccarico della rete o di temporale, non vi è alcun rischio che possano danneggiarsi. 3. Prestare attenzione alle piante Sebbene le vacanze siano brevi, è importante assicurarsi che le nostre piante abbiano acqua a sufficienza. Nei giardini sarà sufficiente programmare l'irrigazione automatica. Se si tratta di piante da interno e da vaso, è conveniente posizionarle in un luogo luminoso e il più fresco possibile, oltre a utilizzare un sistema di irrigazione in modo che possano ricevere acqua durante il periodo di assenza. 4. Porte e finestre La sicurezza è importante affinché nulla disturbi la vacanza o per non essere sconvolti sulla via del ritorno. Le porte e le finestre devono essere perfettamente chiuse, l'allarme collegato e le tapparelle non completamente abbassate. Può essere di aiuto mettere un programmatore che faccia accendere e spegnere la luce durante la nostra assenza. Vale la pena dedicare un po' di tempo per lasciare la casa perfettamente preparata al rientro dalle vacanze. Così tornare alla routine sarà molto più sopportabile. FONTE: idealista.it/news 02/08/2022

Edifici collabenti: cosa sono e quali vantaggi offrono

Spesso, si sente parlare di edifici collabenti, ma ben pochi sanno esattamente di cosa si tratta. Cerchiamo di capire cosa sono, dove si trovano e quali vantaggi offrono. Edifici collabenti: cosa sono Un immobile è definito collabente quando l’intero edificio, o una parte di esso, non può produrre reddito, in quanto versa in uno stato di notevole deterioramento. Esso, pertanto, a causa di un forte degrado strutturale e/o impiantistico, risulta inutilizzabile, quindi non è abitabile né agibile, e può essere considerato un rudere. Questa tipologia di edificio viene identificata nella categoria catastale F/2, riferita appunto alle unità collabenti, che è priva di rendita catastale ed è esente da qualsiasi tassazione, come IMU, TASI e TARI. Non tutti gli edifici con tali caratteristiche vengono accatastati in quanto ciò non è obbligatorio, anche perché ai fini dell’iscrizione al catasto l’immobile deve essere individuabile e perimetrabile, e non sempre è possibile a causa dell’esistenza di un estremo degrado. La loro identificazione quindi non è facile. Leggi anche: IL SUPERBONUS 110% E GLI EDIFICI COLLABENTI (O RUDERI): COSA SAPERE Ruderi: demolizione e ricostruzione con il Superbonus 110% Il recupero e l’eventuale susseguente utilizzo di un immobile collabente non è possibile naturalmente attraverso semplici interventi di manutenzione, ma sono necessarie opere strutturali più importanti. Tali edifici sono ammessi alle agevolazioni e alle detrazioni fiscali previste dal Superbonus 110% e tramite questo strumento è possibile effettuare degli interventi di demolizione e ricostruzione totali che permettono di recuperarli senza costi. Essi rientrano infatti nella fattispecie dell’articolo 3 del Testo Unico dell’Edilizia: “Nell’ambito degli interventi di ristrutturazione edilizia sono ricompresi anche quelli consistenti nella demolizione e ricostruzione con la stessa volumetria di quello preesistente, fatte salve le sole innovazioni necessarie per l’adeguamento alla normativa antisismica nonché quelli volti al ripristino di edifici, o parti di essi, eventualmente crollati o demoliti, attraverso la loro ricostruzione, purché sia possibile accertarne la preesistente consistenza“. Dove si trovano gli immobili collabenti? L’Osservatorio del Mercato Immobiliare dell’Agenzia delle Entrate rileva che nel 2019 gli immobili censiti nella categoria catastale F/2 risultano essere 563.000 e che sono in aumento del 2,7% rispetto al 2018. L’analisi permette anche di individuarne la distribuzione sul territorio nazionale: la maggiore concentrazione di edifici collabenti si trova nel Centro-Sud con una percentuale pari a 68% del totale, mentre il loro numero è leggermente superiore nel Nord Ovest con il 19% rispetto al Nord Est con il 13%. Fonte: ImmobiliareNews 28.07.2022

In vendita 4000 case in montagna per sfuggire all'anticiclone africano

Altro che case al mare, la vera soluzione per sfuggire al caldo dell'anticiclone africano è quella di acquistare una casa in montagna. A dirlo anche il noto metereologo Luca Mercalli che ha deciso di trasferirsi in alta quota, a 1650 metri in val di Susa, proprio per l'aumento delle temperature. Apocalisse 4800 è il nome dell'anticiclone africano che si è abbattuto sulla nostra Penisola dopo aver fatto strage anche nel resto di Europa. I gionri da bollino rosso sono quelli del 26/27 luglio quando si potranno toccare temperature record di oltre 40 gradi. Le zone della costa, dove il mare mitiga le temperature, non sfuggiranno alla morsa ddel caldo. Quindi trasferirsi in una località di mare, non è sempre la soluzione migliore. Meglio optare per una casa in montagna dove è possibile trovare un poco di refrigerio. Non a caso il metereologo Luca Mercalli - che ha parlato di quest'estate come della peggior combinazione di caldo e asciutto di 220 anni -ha parlato delle case in montagna come della soluzione per sfuggire al gran caldo. "Oggi si può lavorare anche in montagna grazie a internet e al telelavoro  - ha spiegato Mercalli che si è trasferito in val di Susa- quindi gran parte delle mie dirette televisive le faccio grazie a una buona connessione" Secondo Mercalli, inoltre, trasferirsi in montagna è un'ottima strategia anche per restaurare un pezzo di storia, ripopolando buona parte delle Alpi e degli Appennini. "Idealista news, 22/07/2022"

Arredare casa stile minimal: colori, accessori, consigli

Arredare casa in stile minimal vuol dire eliminare tutto ciò che è superfluo e mantenere tutto ciò che è funzionale; vuol dire preferire arredi essenziali e colori neutri; vuol dire ordine e geometria; vuol dire perfino benessere interiore. Ma quali sono i colori minimal? E come avere una casa in stile minimal? Ecco alcuni consigli. Arredare casa stile minimal: i colori da usare Quali sono i colori minimal? Tutti quelli neutri, dal nero al bianco, passando per il beige, il tortora, il grigio e le sue varie nuances, anche se cominciano ad emergere case in stile minimal caratterizzate da colori pastello come il rosa tenue, il baby blu, il verde acqua e il giallo senape. Accessori per una casa stile minimal: meno è meglio Per la sua essenzialità, una casa in stile minimal è arredata con pochi accessori, come piccoli vasi di piante, cornici vuote, appendiabiti snelli, lampade sobrie in legno, tutto disposto in linea retta. Ma è sempre bene ricordare che in qualunque ambiente dell’appartamento “meno è meglio”. Come devono essere gli interni di una casa stile minimal Gli interni di una casa in stile minimal devono essere essenziali ma anche funzionali. Come questa cucina, ben progettata e capace di contenere e nascondere tutto ciò che è antiestetico e disordine (ma non superfluo!). Stile minimal chic: la casa lo chiede anche in bagno Non solo per la cucina, il salotto e la camera da letto, lo stile minimal chic è perfetto anche per il bagno, impreziosito non solo dai colori minimalisti e dalle linee pulite, ma anche dalla disposizione dei faretti, indispensabili per illuminare in modo efficiente e allo stesso tempo elegante. Stile minimal: l’ideale per case piccole Lo stile minimal è perfetto per case piccole proprio perché punta a eliminare il superfluo anziché a impreziosire con ornamenti e gingilli inutili. Inoltre, nelle nuances del bianco e del beige aiuta gli ambienti a sembrare più ampi e luminosi. Casa minimalista giapponese: punto di riferimento per arredare nel modo giusto Per arredare nel modo giusto ci si può ispirare a una casa minimalista giapponese, ovvero una casa allestita a partire dal pensiero orientale e più nello specifico dal feng shui e dal wabi sabi. Questo significa progettare gli interni sulla base di un’eleganza genuina e sull’essenzialità, cioè sulla liberazione da tutto ciò che è superfluo e materiale. Il minimalismo giapponese si fonda sul fluire delle energie positive, non rinuncia alla luce e non apprezza l’invadenza; per questo – oltre che da una gentile linearità di arredamento – è caratterizzato da open spaces suddivisi solo da porte scorrevoli in carta di riso, facilmente riproducibili nello stile occidentale moderno con delle ampie porte vetrate scorrevoli. I colori neutri e il legno dominano in tutti gli ambienti, per attrarre la fortuna e favorire il riposo (fisico o del pensiero), e sono a tratti interrotti dai colori verde, giallo e rosso dei (pochi) complementi d’arredo, a simboleggiare la crescita, il buon umore e l’apprendimento. 7 consigli per arredare casa in stile minimalista In sintesi, questi i 7 consigli per avere una casa in stile minimalista: Usare colori neutri ed elementi in legno e bambù Eliminare tutto ciò che è superfluo Abbellire con piante Usare e disporre in modo lineare accessori semplici e discreti Preferire porte e finestre scorrevoli Preferire il parquet oppure il gres porcellanato effetto legno per i pavimenti Preferire madie, basi e pensili da cucina con cassetti e ante coperte FONTE: idealista.it/news

Tettoia in legno, scopri quanto costa e quali permessi servono

Che sia per coprire il posto auto, o per creare una zona d’ombra in giardino, una tettoia in legno rappresenta un’opzione versatile e pratica per diversi tipi di esigenza. Scopriamo quali sono i permessi necessari e i costi per costruire una tettoia in legno. Quanto mi costa fare una tettoia in legno? In realtà non esiste una risposta univoca, perché il costo di una tettoia in legno dipende molto da diversi aspetti differenti, quali la grandezza totale della struttura, il materiale scelto per la copertura e la destinazione d’uso. Le tettoie in legno con uno dei lati che poggia su un muro perimetrale, ad esempio, hanno un costo che calcola a corpo e il prezzo medio per una struttura di dimensioni contenute (dai 2 m ai 2,5 m x massimo 2,5 m) è di circa 450 euro, mentre quella leggermente più grande (3 m x 3 m) costa mediamente circa 525 euro, si va infatti da un minimo di 450 a un massimo di 600 euro. I costi delle tettoie in legno con uno dei lati che poggia su un muro perimetrale lievitano sensibilmente all’aumentare delle dimensioni. Tanto che una struttura che misura 3m x 4m si aggira intorno ai 700 euro, mentre una 3m x 6m oscilla tra i 900 e i 1.100 euro. Una tettoia in legno che non si appoggia a una struttura preesistente, o che hanno supporti su almeno due lati, prevede che il prezzo sia calcolato al mq, con lievi differenze a seconda del tipo di struttura. Una tettoia in legno semplice con il tetto a due falde fino a 20 mq, ad esempio, costa in media 160 euro al mq, oltre i 20 metri quadri il costo medio è di circa 150 euro al mq mentre una tettoia gazebo che può essere tamponabile su due dei suoi lati può avere invece un costo medio di 200 euro al mq fino a 20 mq e di circa 180 euro al mq oltre i 20 metri quadri. Discorso ancora diverso per una tettoia in legno autoportante per auto, i cui costi, fino a 20 metri quadri, costa circa 200 euro al mq. Oltre tale misura i costi si aggirano intorno ai 180 euro al mq. A questi costi di base, tuttavia, vanno sommate delle voci specifiche come ad esempio quelle che riguardano la realizzazione della gronda o la tamponatura; nel primo caso la gronda in rame ha un prezzo medio di 20 euro al metro lineare mentre la tamponatura ha un costo variabile tra i 45 euro e i 92 euro a metro lineare a seconda dello spessore e della tipologia di legno utilizzato. Un altro elemento da tenere presente per calcolare i prezzi è il diametro delle colonne e delle travi portanti, in media la differenza è di circa 20 euro al mq per ogni diversa misura del diametro corrispondente che può essere da 10 x 12 centimetri (base di partenza), 12x16 centimetri, 16x16 centimetri fino ad arrivare a 16x20 centimetri. In caso di copertura sulla tettoia in legno, il costo dei coppi in laterizio va da un minimo di 5 euro ad un massimo di 20 euro al mq. Le tegole in PVC costano, in media, dai 15 ai 25 euro al mq. Tutti i prezzi indicati sono ovviamente comprensivi di manodopera, trasporto, montaggio e materiali base e sono esclusa Iva di legge al 22%. Come fare una tettoia senza permessi? In realtà, sono pochi i casi in cui si può costruire tettoia in legno senza permessi. È il caso, ad esempio, di una struttura che occupa poco volume, ovvero quando non supera gli 8 mq, in questi casi non è richiesto il permesso di costruire. Come si fa una tettoia? Per i più esperti con i lavori manuali, fare una tettoia in legno fai da te potrebbe essere una sfida interessante, che consente anche di risparmiare sui costi di mano d’opera. Con una adeguata attrezzatura, e dopo aver ottenuto tutti i permessi, basta seguire ed eseguire correttamente tutti i passaggi necessari: fissare i montanti; fissare le traverse; fissare gli arcarecci; posa delle assi; verniciare la struttura con impregnante; esecuzione della copertura. Quanto costa fare una tettoia per auto? Come detto anche in precedenza non c’è una risposta univoca, perché i costi dipendono dalle dimensioni e dai materiali utilizzati. Tuttavia, possiamo dire che, con buona approssimazione, i prezzi delle tettoie per auto si aggirano intorno ai 3.000 euro. Mentre sono decisamente più economici i box auto in PVC, coperture mobili che si aggirano intorno ai 1.500 euro, e i gazebo per auto, con modelli a partire da 800 euro. Permessi per costruire una tettoia in legno Per costruire una tettoia in legno di consistenti dimensioni, che alterino lo stato dei luoghi e che incidano su sagoma, prospetto, volumetria e materiali impiegati in modo stabile e duraturo sull’assetto urbanistico-edilizio del territorio, è necessario il preventivo rilascio del permesso di costruire. La costruzione di una tettoia in legno, infatti, non può essere considerata un intervento di manutenzione straordinaria, anche se appoggiata a un muro preesistente, perché non si tratterebbe comunque del rinnovamento o nella sostituzione di un elemento architettonico, ma nell’aggiunta di un elemento strutturale dell’edificio, con modifica del prospetto. E per questo è necessario il permesso di costruire. Fonte: IdealistaNews 24.06.2022

AGEVOLAZIONI PRIMA CASA: COME RECUPERARE L’IVA NEL 730

Comprare casa è un passo molto importante, e lo è in particolar modo quando la casa che si acquista è la prima. A sostegno di questo importante traguardo di indipendenza è possibile godere di alcune agevolazioni fiscali, in particolar modo per i giovani under 36. I benefici “prima casa” Tra le agevolazioni per l’acquisto della prima casa troviamo una riduzione dell’imposta di registro, se si acquista da privato o una riduzione dell’Iva, se si acquista da un’impresa. Inoltre, non sono dovuti imposta di bollo, tributi speciali catastali e tasse ipotecarie sugli atti assoggettati all’imposta di registro e quelli necessari per effettuare gli adempimenti presso il catasto e i registri immobiliari. Chi può godere dei benefici Per poter godere di questi benefici è necessario soddisfare alcuni requisiti, ossia: il fabbricato che si acquista appartiene a determinate categorie catastali: A/2 (abitazioni di tipo civile); A/3 (abitazioni di tipo economico); A/4 (abitazioni di tipo popolare); A/5 (abitazioni di tipo ultra popolare); A/6 (abitazioni di tipo rurale); A/7 (abitazioni in villini); A/11 (abitazioni e alloggi tipici dei luoghi). Le agevolazioni prima casa non sono ammesse, invece, per l’acquisto di un’abitazione appartenente alle categorie catastali A/1 (abitazioni di tipo signorile), A/8 (abitazioni in ville) e A/9 (castelli e palazzi di eminenti pregi artistici e storici). il fabbricato deve trovarsi nel comune in cui l’acquirente ha (o intende stabilire) la residenza o lavora; l’acquirente rispetta determinati parametri (non essere titolare di un altro immobile nello stesso comune e non essere titolare su tutto il territorio nazionale di diritti di proprietà, uso, usufrutto, abitazione o nuda proprietà, su un altro immobile acquistato, anche dal coniuge, usufruendo delle agevolazioni per l’acquisto della prima casa). Dal 1° gennaio 2016, i benefici fiscali sono riconosciuti anche all’acquirente già proprietario di un immobile acquistato con le agevolazioni, a condizione che la casa già posseduta sia venduta entro un anno dal nuovo acquisto. Acquisto prima casa Under 36 Per i giovani con meno di 36 anni, e con un valore dell’Isee non superiore a 40mila euro annui, il Decreto Sostegni bis ha previsto una nuova agevolazione per l’acquisto della prima casa: l’esenzione dall’imposta di registro, ipotecaria e catastale. In caso di acquisto soggetto a IVA, è riconosciuto un credito d’imposta di ammontare pari al tributo corrisposto in relazione all’acquisto. È prevista, inoltre, l’esenzione dall’imposta sostitutiva per i finanziamenti erogati per l’acquisto, la costruzione e la ristrutturazione di immobili ad uso abitativo. Come recuperare l’IVA Per gli acquisti soggetti a IVA è riconosciuto, oltre all’esenzione dalle imposte di registro, ipotecaria e catastale, un credito d’imposta di ammontare pari all’IVA corrisposta al venditore. Il giovane acquirente può scegliere di beneficiare di questo credito in tre diversi modi: riducendo le imposte sui redditi delle persone fisiche dovute in base alla dichiarazione da presentare dopo la data dell’acquisto agevolato; riducendo imposte di registro, ipotecaria, catastale, sulle successioni e donazioni dovute su atti e denunce presentati dopo la data di acquisizione del credito; in compensazione tramite modello F24. Dichiarazione 730: dove indicare l’importo dell’Iva per poterla recuperare Qualora l’acquirente scelga di recuperare l’IVA riducendo le imposte sui redditi, è necessario che nella dichiarazione 730/2022 indichi l’importo del credito maturato nel corso del 2022, fino alla data di presentazione del modello, nella colonna 2 del rigo G8 (anche se denominato “Credito anno 2021”) o, nel caso presentasse il modello Redditi Persone fisiche, nella colonna 2 del rigo CR13.

La temperatura ideale a casa: regole e consigli

Mantenere a casa la temperatura ideale, sia in estate sia in inverno, è importante sia per la salute di chi vive l’ambiente domestico sia per la salvaguardia del Pianeta. In merito alla temperatura corretta da mantenere all’interno delle abitazioni si sono spesi i medici dell’Organizzazione Mondiale della Sanità – OMS – che hanno stabilito dei livelli standard che possono subire un’oscillazione solo di un paio di gradi.  Cosa dice l’OMS in merito alla temperatura indoor L’OMS ha stabilito che la temperatura ideale da tenere all’interno di uno spazio abitabile è di 20 gradi centigradi, con una tolleranza non superiore ai 2 gradi: può oscillare, dunque, fra i 18 e i 22 gradi. In particolare, è possibile tener conto della tipologia dell’appartamento e delle camere di cui si compone: La cucina è la stanza più vissuta che è possibile mantenere a 18 gradi, perché si scalda facilmente, grazie all’ausilio dei piani di cottura e del forno. In camera da letto si consiglia di mantenere il termostato sui 16 gradi, perché durante la notte un eccessivo calore può disturbare il sonno. Si consiglia di raggiungere i 20-22 gradi di temperatura solo nelle camerette di bimbi piccoli. Le altre camere come sala e bagno possono avere il termostato puntato su 20 gradi. Il tasso di umidità L’OMS ha evidenziato anche che all’interno delle abitazioni è importante mantenere un adeguato tasso di umidità per garantire la salubrità dell’aria che si respira. Un grado di umidità adeguato secondo l’OMS deve essere di circa il 40%.  Se scende sotto questo valore, l’aria diventa troppo secca, causando fastidiose malattie respiratorie come raucedini, tosse, allergie. Se l’umidità supera il 60% c’è, invece, il rischio della formazione di muffe, dannose per la salute di adulti ma soprattutto bambini. Perché mantenere standard la temperatura indoor Mantenere la temperatura giusta a casa, ma anche negli ambienti di lavoro e in ogni spazio che si frequenta, è importante per i seguenti motivi: Per la propria salute: sbalzi eccessivi di temperatura possono essere dannosi per la salute perché riducono le difese immunitarie, esponendo adulti e bambini a maggiori infezioni, raffreddamenti o malattie respiratorie. Per il risparmio energetico: riuscire a mantenere una temperatura costante di 20 gradi, riducendo il lavoro di condizionatori e pompe di calore sia in inverno sia in estate, porterà beneficio sulla bolletta dell’energia e del gas. Basterà seguire alcuni semplici consigli per riuscire ad avere una casa sempre alla temperatura giusta, senza esagerare con gli impianti. Per la salvaguardia del pianeta. Il rispetto per l’ambiente inizia proprio dalle semplici abitudini domestiche. Utilizzare in maniera eccessiva impianti di riscaldamento o aria condizionata, produce una notevole quantità di Co2, non è una abitudine consapevole e rispettosa dell’ambiente. Mantenere la temperatura ideale in casa: come fare Ecco alcuni semplici consigli per avere sempre una temperatura gradevole a casa senza esagerare con i consumi di energia: mantenere una temperatura costante, evitando gli sbalzi; non coprire i termosifoni o altre fonti di calore o di raffrescamento con tende o altri oggetti; eseguire regolarmente la manutenzione della caldaia per sicurezza e per il risparmio in bolletta; quando si attiva un climatizzatore ricordarsi di chiudere bene le finestre per evitare un’inutile dispersione di calore o di fresco; sostituire gli infissi con serramenti isolanti (acquistabili con bonus edilizi); areare ogni giorno l’abitazione, sia in estate sia in inverno;  utilizzare il termostato correttamente; dividere la casa in zone e impostare la temperatura giusta per ogni ambiente. Non è necessario avere ambienti surriscaldati in inverno e freddi in estate, bastano questi pochi accorgimenti per mantenere la temperatura ideale per vivere bene e in salute. FONTE: immobiliare.it